Guida alla ricerca dell’investimento sicuro

guida alla ricerca dell'investimento sicuro

Guida alla ricerca dell’investimento sicuro

Benvenuti nella Guida alla ricerca dell’investimento sicuro.
Oggi, più che mai, è essenziale prendere decisioni finanziarie informate. Questa guida sarà la tua bussola per esplorare una vasta gamma di strumenti finanziari, dai conti deposito fino ai CCT Euribor.

Ti aiuteremo a comprendere le caratteristiche di ciascun strumento, i rischi associati e le opportunità che offrono. Che tu sia un principiante o un investitore esperto, questa guida ti darà gli strumenti per prendere decisioni
finanziarie solide.

Preparati a esplorare il mondo delle finanze e a pianificare il tuo futuro finanziario con saggezza. Inizia il tuo viaggio ora!

Lo scenario

L’ammontare di liquidità giacente sui conti correnti di famiglie e imprese residenti in Italia è ormai stabilmente sopra quota 1.800 miliardi di euro. Il boom dell’inflazione registrato negli ultimi 12/18 mesi ha eroso il potere d’acquisto di questo denaro in una misura di cui non si aveva esperienza dagli anni Ottanta.

Fra i provvedimenti adottati a contrasto dell’inflazione, la Banca Centrale Europea ha portato i tassi ufficiali di riferimento al 4,25%. Questo consente oggi ai risparmiatori di pretendere una remunerazione per la liquidità “parcheggiata” anche per le scadenze a breve temine (entro i 18 mesi).

Per quanto riguarda l’Eurozona, è ragionevole ritenere che i tassi siano ormai vicino al picco, anche se questo non significa che debbano necessariamente subito iniziare a scendere, mentre potrebbero rimanere su questi livelli ancora per qualche mese.

I risparmiatori si interrogano dunque su quali siano le forme di impiego della liquidità che consentano di contenere questa perdita di valore a fronte di un rischio finanziario contenuto.

Una delle soluzioni più immediate per l’impiego dei risparmi è quella dei conti deposito, che fino a prima del 2008 offrivano rendimenti anche apprezzabili ed erano ampiamente diffusi fra le famiglie italiane.

Altre soluzioni sono rappresentate dai Buoni Fruttiferi Postali e dai Titoli di Stato a breve termine, anche nelle versioni indicizzate all’inflazione. Vediamo di fare chiarezza fra queste soluzioni che, per quanto possano sembrare banali, presentano un’offerta piuttosto variegata.

Conti deposito: quali accortezze adottare per non avere soprese

Analizzando questa tipologia di prodotti, osserviamo subito come l’offerta risulti ampia ed articolata. Vanno analizzati vincoli e penali in caso di estinzione anticipata, lunghezza delle scadenze e periodicità delle remunerazioni, incidenza fiscale rispetto al rendimento dichiarato.

Comparare i singoli prodotti non è immediato, perché ognuno presenta delle peculiarità diverse. Sono tuttavia individuabili una serie di elementi comuni che devono sempre essere valutati.

  • Vincoli e penali in caso di estinzione anticipata: i conti deposito che permettono al risparmiatore di recedere anticipatamente comportano un azzeramento o una sensibile riduzione della remunerazione prevista;
  • Durata delle scadenze: queste vanno dai 6 ai 60 mesi e non è scontato che a scadenze più lunghe corrispondano remunerazioni più generose. La scelta dipende da valutazioni soggettive, rispetto all’impiego che si prevede di fare di quel denaro.
  • Rendimenti: per i prodotti svincolabili, il range dei rendimenti parte da un 3,5% lordo per le scadenze a 12 mesi, fino ad arrivare 4,5% per le scadenze più a lungo termine. Attenzione che anche i rendimenti sui prodotti con scadenza a 6 mesi sono sempre espressi su base annuale.
  • Tassazione sulle rendite finanziarie: i rendimenti derivanti da questi prodotti sono decurtati, al pari degli altri prodotti finanziari, del 26% e, oltre a questo, va ad aggiungersi un’imposta di bollo pari allo 0,2%.
  • Adesione al FIDT: in particolare per gli intermediari stranieri, va verificata l’adesione al Fondo interbancario di tutela dei depositi, che garantisce una rete di sicurezza in caso di fallimento dell’emittente (fino a 100 mila euro per ogni depositante).

I Buoni Fruttiferi Postali convengono?

Un’altra tipologia di prodotti finanziari molto diffusi sono i Buoni Fruttiferi Postali, prodotti emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti e collocati per il tramite di Poste Italiane. Come per i conti deposito, anche questi non sono esposti alle oscillazioni dei mercati finanziari e questo li rende particolarmente appetibili per i risparmiatori più avversi al rischio.

Sono emessi alla pari, al 100% del valore nominale sottoscritto, possono essere rimborsati anticipatamente e prevedono il diritto alla restituzione del capitale sottoscritto.

Le scadenze attualmente disponibili vanno dai 3 ai 20 anni, offrendo quindi ai risparmiatori delle soluzioni di investimento con un orizzonte temporale più esteso rispetto a depositi bancari.

Gli interessi maturano e vengono corrisposti in corrispondenza di periodi prestabiliti, alla scadenza o al rimborso del Buono. I rendimenti variano dal 1,5% al 3%.

In ogni caso, non sono previsti costi di sottoscrizione e di rimborso nonostante si possa richiedere la restituzione del capitale investito in qualsiasi momento.

Infine, la tassazione è omologabile a quella dei titoli di Stato, con un prelievo del 12,5% sugli interessi corrisposti.

Titoli di Stato a breve termine e a tassi variabili

L’altra forma di impiego del denaro su un orizzonte di breve termine è rappresentata dai titoli di Stato dei Paesi CORE dell’Area Euro.

I più noti ai risparmiatori italiani sono i BOT (Buoni Ordinari del tesoro), i titoli di Stato italiani con scadenza entro i 12 mesi. Sono titoli zero coupon, infatti la loro principale caratteristica consiste nella assenza di cedole ed il rendimento è determinato dalla differenza tra il valore di rimborso a scadenza a 100 ed il prezzo di emissione (o di acquisto per i BOT già quotati) sotto la pari (es: 97). Allo stesso modo, i rialzi dei tassi operati dalla BCE nel corso dell’ultimo anno, hanno portato anche gli omologhi europei del BOT ad offrire rendimenti apprezzabili.

A fronte di rendimenti tendenzialmente più elevati, i titoli di Stato espongono il risparmiatore alle oscillazioni dei mercati, seppur queste siano molto contenute specie per le scadenze a breve termine.

I rendimenti derivanti dall’investimento in titoli di stato sono tassati al 12,5% e non esistono commissioni fisse per la sottoscrizione. Il Ministero si è limitato a fissare dei “tetti” massimi, l’intermediario potrà addebitarvi per ogni 100 euro di capitale sottoscritto fino a: 3, 5, 10 e 15 centesimi a seconda della durata residua (rispettivamente pari o inferiore a 80 giorni, tra 81 e 140 giorni, tra 141 e 270 giorni, pari o superiore a 271 giorni).

I CCT Euribor

Un altro strumento da considerare in questa fase dove i tassi sono collocati su livelli storicamente elevati, e non è previsto debbano scendere troppo velocemente, sono i Certificati di Credito del Tesoro indicizzati al tasso Euribor a 6 mesi (il tasso interbancario di riferimento).

Si tratta pur sempre di titoli di Stato, ma a tasso variabile e con una durata compresa tra i 3 e i 7 anni. La remunerazione varia da cedola a cedola e queste prevedono un’aggiunta, chiamata tecnicamente margine, che può variare in base alla scadenza.

Anche in questo caso l’ideale è sottoscriverli in emissione, così da non incorrere in costi di intermediazione.

 

Nella tabella sottostante sono riportate tutte le ammissioni attualmente in circolazione:

ISIN DESCRIZIONE ULTIMO CEDOLA SCADENZA
IT0005218968 Cct-Eu Tv Eur6m+0,75% Fb24 Eur 100,383 2,391 15/02/2024
IT0005252520 Cct-Eu Tv Eur6m+1,10% Ot24 Eur 101,18 2,333 15/10/2024
IT0005311508 Cct-Eu Tv Eur6m+0,95% Ap25 Eur 101,25 2,257 14/04/2025
IT0005331878 Cct-Eu Tv Eur6m+0,55% St25 Eur 100,75 2,006 15/09/2025
IT0005359846 Cct-Eu Tv Eur6m+1,85% Ge25 Eur 102.38 2,962 15/01/2025
IT0005399230 Cct-Eu Tv Eur6m+0,55% Dc23 Eur 100,16 2,208 15/12/2023
IT0005428617 Cct-Eu Tv Eur6m+0,5% Ap26 Eur 100,46 2,208 15/04/2026
IT0005451361 Cct-Eu Tv Eur6m+0,65% Ap29 Eur 99,23 2,105 15/04/2029
IT0005491250 Cct-Eu Tv Eur6m+0,75% Ot30 Eur 98,30 2,1555 15/10/2030
IT0005534984 Cct-Eu Tv Eur6m+0,8% Ot28 Eur 100,28 2,181 15/10/2028
IT0005554982 Cct-Eu Tv Eur6m+1,15% Ot31 Eur 100,10 4,64 15/10/2031

 

Quali i rischi da valutare prima di scegliere la soluzione d’investimento

Le soluzioni di investimento sin qui descritte espongono l’investitore al cosiddetto rischio Italia, mentre nell’investimento dei risparmi è sempre consigliabile ricercare un’adeguata diversificazione geografica anche rispetto all’esposizione ai titoli di Stato dell’Eurozona.

Per quanto i titoli di Stato italiani siano fra i più generosi in termini di rendimento, anche gli omologhi emessi dai Paesi europei offrono delle remunerazioni apprezzabili.

Occorre tuttavia prestare attenzione allo spread fra prezzi bid e ask in fase di acquisto, dato che spesso sul nostro mercato domestico questo assume un’entità tale da pregiudicare il rendimento a scadenza. Talvolta è opportuno verificare i prezzi anche su altri mercati, quali EuroTLX, che è un sistema multilaterale di negoziazione sempre gestito da Borsa Italiana.

Il ruolo dell’oro

Le logiche alla base dell’investimento in oro sono da ricercarsi all’interno di un portafoglio diversificato, e riguardano la copertura dai rischi di natura geopolitica o da scenari di inflazione estremi, situazioni nelle quali le banche centrali faticano a stare al passo degli scenari macroeconomici.

Il nostro consiglio è quello eventualmente di acquistare un ETC, che preveda il collaterale in oro fisico, fino ad un massimo del 10% dell’intero patrimonio e non di acquistare oro come unica e sola forma di investimento per i propri risparmi.

Cosa inserire nel proprio portafoglio

In questa breve guida abbiamo analizzato pro e contro di una serie di strumenti/prodotti di investimento che presentano un rischio contenuto in termini di durata finanziaria, affidabilità dell’emittente ed esposizione alle oscillazioni di mercato.

Dal punto di vista finanziario, quando la durata è inferiore ai 12 mesi si parla di strumenti/prodotti appartenenti al mercato monetario e che solitamente presentano un rischio quasi nullo. Per un impiego del denaro su orizzonti temporali più lunghi occorre invece considerare degli elementi ulteriori, dalle penali in caso di uscita alle oscillazioni di mercato.

Chi segua il dibattito economico avrà tuttavia da obiettare come il rendimento offerto da questi strumenti non sia sufficiente a compensare gli effetti dell’inflazione, ma questo vale anche per le tipologie di obbligazioni più rischiose.

Per questo ribadiamo sempre l’importanza di ricercare un’adeguata diversificazione quando si costruisce un portafoglio di investimenti che, per quanto prudente in termini di esposizione al rischio, deve comunque prevedere una componente azionaria, oltre ad un’adeguata diversificazione anche nella sua componente a reddito fisso (obbligazioni in valuta, specialmente in dollari, societari e ibride per i portafogli più sofisticati).

Andrea Boffa
andrea.boffa@norisk.it