La voce di NORISK SCF – Elezioni e panorama politico internazionale

La voce di NORISK SCF – Elezioni e panorama politico internazionale

Oggi parleremo solo dei risultati post elezioni in GB e in Francia anche se varrebbe la pena fare un commento sulle grottesche candidature in US dove tra Trump e Biden pare di essere su “Scherzi a parte”, ma gli esiti sul continente meritano di essere approfonditi anche in ottica investimenti ed asset allocation di PF.

Partiamo dalla GB che ha visto, anche grazie ad un sistema elettorale maggioritario secco un netto risultato: qui non conta la % dei voti o i milioni di persone che votano sul territorio, ma conta vincere il testa a testa nel singolo collegio. Chi vince prende tutto, chi perde vede i voti “azzerati”. Si spiega così perché Nigel Farage con 4 milioni di voti ha ottenuto solo 4 seggi. Si avete letto bene: 4 seggi con 4 milioni di voti. Pare l’Italia!

Grafico dei seggi vinti dai partiti politici nelle elezioni del Regno Unito con mappa delle aree elettorali

Come si può vedere la maggioranza è netta e avremo un governo solido che potrà lavorare senza alcuna limitazione.

Finisce quindi il peggior periodo politico della storia dei Tories inaugurata da David Cameron con il referendum-suicidio su Brexit che ha visto la classe politica inglese scendere nel ridicolo con cambi continui di primi ministri e con performance economico-finanziarie peggiori di gran lunga rispetto al continente.

Vale la pena ricordare come episodio singolo il governo di Liz Truss durato ben 44 giorni: aveva promesso, in piena crisi economica, il più grande taglio di tasse della storia inglese. Gli effetti furono disastrosi: crollo della sterlina, titoli di stato venduti con spread in salita verticale, borsa sotto pressione e la BOE costretta a difendere la divisa e i titoli del debito pubblico.

Quando dipendi, come oramai tutti, dai mercati e dai creditori NON puoi giocare con le finanze pubbliche nemmeno se hai la tua moneta e la tua banca centrale. Una bella lezione per i “sovranisti” ad ogni latitudine. La sovranità appartiene a chi ti presta i soldi. Il resto sono favole ad uso elettorale.

Grafico della sottoperformance dell'indice UK rispetto all'Eurostoxx 50 dal 2016 al 2024

Il grafico che precede mostra dal 2016, anno della Brexit, la netta sottoperformance dell’indice UK vs l’indice Eurostoxx 50. Come pensiamo da tempo è ora che questo gap si chiuda e, complice anche il rafforzamento della divisa inglese, questa area del mondo può essere vista come “safe” rispetto ad un continente litigioso e con maggioranze politiche non coese ed eterogenee.

Grafico della sterlina britannica contro l'euro post-Brexit dal 2016 al 2024

Il grafico mostra la sterlina post Brexit passare da 0,75 contro euro a quasi 0,95 seguito da anni di trend laterale con diversi tentativi di recupero. Sarà la volta buona per rivedere la divisa britannica ritornare sotto 0,8?

Oggi lo scenario è più favorevole: governo stabile, labour “pro business”, tassi di interesse più alti che in UE ma visti in discesa, necessità assoluta di ridurre la burocrazia di tanti settori post Brexit e di recuperare competitività dopo anni di difficoltà e di crescita economica nettamente inferiore a quella del continente.

Passando alla Francia invece entriamo nel pieno delle difficoltà europee con un risultato elettorale “sorprendente” visto che dal primo al secondo turno siamo passati da una maggioranza relativa di destra ad una di sinistra: anche qui, come in Italia, pare che il “centro” sia sparito o comunque funga da comprimario.

Grafico dei risultati del secondo turno delle elezioni legislative in Francia per blocco politico

Come si può notare, dall’esito delle urne, non esiste una maggioranza e la gioia di molti di aver bloccato Le Pen, Bardella e il RN dovrà fare i conti con la realtà: il Nouveau Front Populaire è un’accozzaglia di “tutti insieme” dove la sinistra estrema è l’azionista principale.

L’economia francese è debole con deficit e debito pubblico elevati ed un indebitamento privato non irrilevante. Le politiche promesse dalla sinistra quali abbassamento età pensionabile, energia a prezzo politico, tasse sui grandi patrimoni non sono una novità e in parte sono simili a quelle del RN della Le Pen. Tutti vogliono nei fatti aumentare la spesa pubblica e non importa chi paghi. I nemici sono, a seconda del colore politico, gli immigrati, i ricchi, la UE, il capitalismo, la commissione europea! Tutti slogan tipici di società complesse quali sono le nostre: non esistono soluzioni semplici a problemi complessi e la lezione UK con Brexit in uno stato dove c’è la propria moneta e la propria banca centrale ci dimostra con chiarezza che si possono raccontare tutte le storie che uno vuole, ma soluzioni geniali ed immediate non esistono.

rafico delle performance del CAC 40, FTSE MIB e DAX nel 2024

Il grafico che precede mostra la performance, dall’inizio dell’anno del CAC 40 (Francia) vs FTSE MIB (Italia) e DAX (Germania). Il CAC è l’ultimo per distacco dai cugini italiani che guidano la corsa. Qui di seguito vediamo invece lo spread del titolo a 10 Y francese contro il 10 Y tedesco salito a 0,8% nei momenti dove sembrava che vincesse il RN.

Grafico dello spread tra i titoli a 10 anni francesi e tedeschi dal 2019 al 2024

Per concludere i grafici sulla situazione francese vediamo il settore bancario con BNP Paribas Vs Intesa Sanpaolo e Vs indice Eurostoxx banks.

Grafico delle performance di BNP Paribas, Intesa Sanpaolo e indice Eurostoxx Banks nel 2024

Anche qui non c’è partita: BNP, prima banca francese, ha sottoperformato nettamente la prima banca italiana e l’indice di settore.

Da quello che si intravede in Francia avremo, con tutta probabilità, un governo di coalizione dove si proverà a “smontare” le parti estreme della sinistra e mettere tutti insieme (RN escluso) in un governo tecnico-politico che conduca alle elezioni presidenziali del 2027.

Tale governo, nel bene o nel male, farà quello che i parametri UE permetteranno di fare. Con buona pace di chi ancora crede alle ideologie.

Andrea Boffa
andrea.boffa@norisk.it