La voce di NORISK SCF – Dalle elezioni tedesche ai mercati globali: strategie e scenari economici

La voce di NORISK SCF – Dalle elezioni tedesche ai mercati globali: strategie e scenari economici

Come ogni settimana Trump ha dato parecchio materiale “lavorabile”, ma oggi inizierei dall’Europa. La perla della scorsa settimana di Trump è stato chiamare “dittatore” Zelensky e che è “colpa sua” della guerra. Ma andiamo oltre!

Le elezioni in Germania sono terminate e il risultato è quello atteso: ha vinto la CDU-CSU che però, per governare dovrà allearsi con la SPD. AfD sostenuto da Musk e dall’America ha preso una % importante, ma in Germania nessuno vuole governare con loro.

Questo il risultato sin qui con dati presi dal FT.

Questo un grafico di Bloomberg sull’evoluzione del consenso dei partiti in Germania negli anni.

In sostanza, in Germania, abbiamo sempre delle coalizioni dove il leader si alterna tra CDU-CSU e SPD.

Vale la pena ricordare come la borsa tedesca, in un paese in recessione sia andata molto bene negli ultimi anni.

Nel grafico trovate il confronto tra Dax e S&P 500 tutto in Euro: si vede bene come l’andamento sia stato molto smile e con una forte correlazione tra i 2 indici.

Negli ultimi mesi il Dax sta accelerando (come il resto d’Europa) e l’America rallentando.

Prima di passare alla pagina US vi mostrerei due grafici sulla Cina e su uno dei titoli simbolo cinesi: Alibaba (che ha appena rilasciato ottimi numeri).

La società ha vissuto fortune alterne a causa della politica governativa cinese sulle società “troppo forti” e troppo ricche.

Il grafico del titolo a 10 anni fa vedere come fino alla fine del 2020 la società stesse crescendo molto bene: poi sono iniziate le restrizioni governative e tutti i titoli “tech” cinesi quotati a Wall Street hanno iniziato a perdere pesantemente.

Guardate la differenza di performance tra Amazon e Alibaba in Usd negli ultimi 3 anni.

Alibaba come si vede dalla tabella che precede è una società solida sia come fatturato che come utili. E’ bastato un cambio di atteggiamento del governo cinese per fare arrivare soldi su questa ed altre aziende.

Ricordo che dal 1/1/2025 l’indice migliore è l’Hang Seng di HK.

Passiamo ora agli Stati Uniti e alle dichiarazioni continuative che stanno rendendo sempre più difficile dare un giudizio e/o un commento.

Una cosa vi farei notare: da quando Trump è in carica la borsa US perde nell’ 86,1% delle volte al venerdì e nel 42,2% al lunedì, mentre i giorni positivi sono quelli in mezzo alla settimana. In sostanza nel we si sta “scarichi” di azioni pronti all’ennesima dichiarazione.

Una seconda cosa: dopo aver detto che Zelensky è un dittatore e che è colpa sua della guerra un giornale conservatore della galassia Murdoch, il New York Post ha messo in prima pagina Putin titolando “questo è un dittatore”. Ogni altro commento è superfluo. Gli Americani, sostiene il giornale, NON sono amici dei Russi, ma degli Europei e dell’Ucraina.

Quale è sin qui il tasso di gradimento del presidente Trump?

Dal FT:

Da Bloomberg:

In sostanza meno di un americano su 2 apprezzano l’operato (e non hanno ancora visto l’effetto concreto dei nuovi dazi sul costo della vita).

Alcuni grafici fanno vedere un peggioramento delle condizioni generali US: il primo quello del PMI composito che sta scendendo pericolosamente a 50 (livello che separa contrazione da espansione dell’attività economica).

Il secondo grafico è la fiducia dei consumatori americani calcolata dall’università del Michigan e anche qui si conferma un trend in calo.

La sostanza è che i mercati si basano su fiducia e su un contesto di stabilità.

L’arrivo di Trump ha destabilizzato sin qui perché non si capisce cosa si potrà fare e con quali regole. Inoltre come sappiamo tutti, gli indici americani arrivano da anni di performance robuste e una correzione è necessaria.

Il dubbio, come sempre, è che con una borsa US in calo bisognerà vedere la tenuta di Cina ed Europa.

Ricordiamoci infine che il massimo potere mediatico di un nuovo governo dura pochi mesi, poi subentra l’abitudine e l’effetto novità svanisce.

In un mondo incerto, almeno per ora, un asset allocation composta di azioni, bond a breve ed oro continua ad essere preferibile. L’inflazione però, sta riprendendo quota dappertutto e occorrerà essere molto attenti soprattutto sulla parte bond a medio-lungo termine.

Andrea Boffa
andrea.boffa@norisk.it