
10 Dic ETF Smart Beta, per ridurre la volatilità
Siamo entrati nell’ultimo mese dell’anno e tradizionalmente gli investitori cercano di sfruttare i rialzi sui listini azionari, anche se per questa fine 2015 la parola d’ordine sembra nervosismo. Per chi desidera puntare sul mercato azionario, certificati ed ETF Smart Beta consentono di limitare le oscillazioni pesanti.
Non è una trovata pubblicitaria quella del rally di fine anno. Statisticamente l’indice S&P 500, quello più importante a Wall Street, guadagna in media il 2% dal giorno del Ringraziamento fino alla fine dell’anno. Su una rilevazione di 65 anni l’indice è salito ben 46 volte: quindi oltre il 70% delle volte. Certo non è una legge matematica e oltretutto quest’anno a dicembre si svolte un comitato di politica monetaria della Fed molto strategico: dopo nove anni la banca centrale americana potrebbe rialzare i tassi e tutti gli occhi sono concentrati su questo appuntamento.
Una soluzione ragionevole è quella di cavalcare il mercato azionario senza dimenticare la prudenza: esporsi quindi al rischio dell’equity, ma con una sorta di paracadute. Questo oggi è possibile attraverso molti strumenti, disponibili sul listino milanese ed accessibili al pubblico retail anche con una dotazione economica modesta. In primis i cosiddetti ETF Smart beta, vale a dire gli indici-cloni con delle strategie attive, ad esempio finalizzare alla riduzione della volatilità. Quindi in caso di flessione dei listini azionari la perdita per l’investitore dovrebbe essere più contenuta. L’alternativa sono i certificati a capitale garantito: sono strumenti che investono in indici anche compositi e che garantiscono il ritorno del capitale per intero o sulla base si livelli prefissati (es. 80-90%).
Tra i certificati, quelli con scadenza troppo ravvicinata possono non essere la soluzione più efficiente. Meglio puntare su altri strumenti. Ad esempio un certificato di Bnp Paribas (XS1083642543), con scadenza fine 2019 e un livello di protezione pari a 80, è molto interessante in quanto legato a un basket di ETF e quindi ben diversificato. L’algoritmo che guida i pesi dell’investimento riduce l’esposizione verso l’azionario con l’aumentare del rischio.
Ci sono poi gli ETF Smart Beta, quelli che non replicano passivamente un indice esiste ma hanno loro specifiche strategie di investimento. Tra questi sono interessati gli ETF che minimizzano l’effetto della volatilità. Se analizziamo il drawdown, vale a dire la perdita registrata tra i massimi e i minimi, rispetto all’indice standard più vicino alla logica dell’ETF, vediamo che spesso le flessioni sono più contenute. Un’altra alternativa è quella di puntare sugli ETF con la copertura del rischio cambio. Oramai l’effetto valutario agisce fortemente sulla volatilità e ridurre questo aspetto può portare sicuramente dei benefici.
Il dettaglio degli ETF citati:
ISIN | DESCRIZIONE |
IE00BWTN6Y99 | PowerShares S&P 500 High Dividend Low Volatility UCITS ETF |
IE00BFTWP510 | SPDR Euro Stoxx Low Volatility UCITS ETF |
LU1215454460 | UBS ETF – Factor MSCI EMU Low Volatility UCITS ETF (Dist) |
LU0599612842 | Ossiam iStoxx Europe Minimum Variance NR UCITS ETF |
IE00B8KGV557 | iShares MSCI Emerging Markets Minimum Volatility UCITS ETF |
E dei certificati:
ISIN | Emittente | Sottostante | Scadenza |
IT0005137556 | Banca Aletti | Eurostoxx 50 | 15/10/2021 |
XS1083642543 | Bnp Paribas | ETF multi-asset | 06/12/2019 |
DE000HV8BE50 | Unicredit | Eni/RDS | 20/09/2020 |