La voce di NORISK SCF – Trump, mercati e lusso: gli effetti delle nuove politiche

La voce di NORISK SCF – Trump, mercati e lusso: gli effetti delle nuove politiche

La settimana scorsa ha visto la prima operatività di Trump con una marea di dichiarazioni ed ordini esecutivi.

Premessa: gli Stati Uniti sono un paese democratico dove il presidente ha certamente un grosso potere, ma non illimitato. Esiste il congresso e come in tutto il mondo ci sono i funzionari e la burocrazia che devono far funzionare la macchina pubblica. Dalle parole ai fatti vedremo cosa avverrà concretamente.

In questo momento due decisioni di Trump meritano attenzione per quello che riguarda i mercati:

  1. L’abbandono delle politiche green in senso ampio e la ripresa delle trivellazioni per estrarre più petrolio e più gas (scenderà il prezzo alla pompa per gli americani?)
  2. Il piano “Stargate” che darà un grosso ulteriore impulso ai progetti sull’intelligenza artificiale da 100 miliardi di dollari con la possibilità di espandersi fino a 500 miliardi nei prossimi 4 anni. I principali beneficiari di questo piano sono: Softbank, Open AI, Oracle, Microsoft.

Dall’uscita degli accordi di Parigi sul clima e dal blocco di ogni finanziamento per infrastrutture green sul suolo americano ne discende una conseguenza diretta per l’Europa: può la commissione UE continuare come se niente fosse a pianificare un green deal dove auto, ceramica, acciaio, chimica siano visti come settori “appestati” e da non sviluppare più o siano economicamente insostenibili? Può imporre davvero a tutti i cittadini di ammodernare a loro spese il parco immobiliare?

Francamente ho molti dubbi e le pressioni che arrivano dai vari governi UE fanno pensare che anche da noi, con meno stile trumpiano in pompa magna, ci saranno cambiamenti significativi.

Per questo e per una serie di altre ragioni, l’Europa dovrebbe confermare un buon interesse sui propri mercati azionari come si può vedere dal sondaggio di BofA tra i fund manager globali.

Perché la fiducia nei mercati azionari europei?

  1. Valutazioni contenute rispetto agli Stati Uniti;
  2. La Bce dovrebbe tagliare i tassi di più rispetto alla Fed;
  3. Banche ed assicurazioni stanno andando bene;
  4. Lusso in ripresa dopo la buona trimestrale di Richemont;
  5. Possibile bottom del settore industriale con lieve recupero nel corso dell’anno.

Per capire la possibile performance di un indice azionario occorre sapere cosa ci sia dentro. Ad esempio, il Dax tedesco è vicino ai massimi con un’economia tedesca in semi recessione da 2 anni. Questo perché le società quotate sono delle multinazionali (Sap su tutte) che traggono fatturato ed utili solo in minima parte dalla Germania.

Se ci spostiamo a casa nostra in Italia, il nostro FTSE MIB con forte presenza di banche ed assicurazioni sta andando anch’esso molto bene.

In definitiva ci sono una serie di ragioni e spinte al cambiamento (Trump) che potrebbero far bene ai nostri mercati azionari.

Parlando ancora un attimo del nostro paese occorre dire che sta vivendo una fase dinamica in borsa sui titoli finanziari e l’ultima offerta di scambio lanciata da MPS su Mediobanca (con target finale Generali) fa capire come, mai come oggi, ci sia effervescenza sulle società del settore.

L’obiettivo, come ha già provato Unicredit con Commerzbank e con Banco BPM, è creare delle società finanziarie integrate (banca, assicurazione, asset manager) e molto più solide.

In Italia avevamo appena dimenticato il caso Eurovita ed ecco che emerge l’ennesima situazione a rischio per i clienti delle polizze a contenuto finanziario.

Una compagnia lussemburghese semisconosciuta al grande pubblico è indirizzata alla liquidazione: sono coinvolte, purtroppo quasi 122.000 polizze per asset pari ad Eur 436 milioni. Temo che l’esito finale potrà non essere uguale al caso Eurovita dove Intesa, Generali e Poste sono intervenute nell’operazione di salvataggio dei soldi dei clienti.

La domanda che ripetiamo alla noia: perché sottoscrivere delle polizze a contenuto finanziario? Perché?

Le uniche polizze utili alle persone sono quelle che coprono un rischio “puro” quali la TCM (temporanea caso morte) o la LTC (long term care) piuttosto che una sanitaria/infortunio. Le assicurazioni servono a coprire dei rischi non ad investire.

Sottoscrivere polizze di Ramo I (gestione separata) o multiramo (unitlinked) è un modo perfetto per non guadagnare quasi nulla e, nella maggior parte dei casi ridurre fortemente il proprio patrimonio a causa delle commissioni ingenti che gravano su tali prodotti.

La scusa per collocare le polizze è sempre la stessa: sono impignorabili, insequestrabili, sono esenti da imposta di successione ed escono dall’asse ereditario.

Peccato che non vi dicano mai che l’unica vera ragione per collocare tali polizze è commissionale. Se volete davvero occuparvi di passaggio generazionale la polizza non è uno strumento efficace e ne esistono tanti più adeguati.

Andrea Boffa
andrea.boffa@norisk.it