Investire nelle risorse naturali

Investire nelle risorse naturali

La categoria di fondi comuni analizzata presenta delle caratteristiche eterogenee in quanto raccoglie strumenti che investono in settori in modo trasversale esponendosi contestualmente nei confronti di materie prime, prodotti derivati dal legno, chimica, minerari come pure players del petrolifero. E’ talmente particolare che non esiste in Europa un ETF che replica questo mercato con storia sufficiente ed è quindi necessario varcare l’oceano atlantico per rinvenire degli strumenti passivi focalizzati su questa specializzazione. Si tratta di una specializzazione ideale per cavalcare il ritorno dell’inflazione nell’economia come conseguenza degli abbondanti stimoli fiscali e monetari. Ed infatti le quotazioni sono rimbalzate in modo molto marcato dopo anni di difficoltà. Alcuni fondi presenti sono specializzati su un singolo sub-comparto come quello estrattivo oppure su società che operano nel campo del legname.

L’analisi di questa categoria ha evidenziato che la maggioranza dei fondi (60,5%) ha registrato performance superiori dell’ETF paragonabile e, se andiamo ad effettuare la comparazione “risk-adjsted” (a parità di rischio), tale risultato è confermato anche dal punto di vista della persistenza delle performances (57,9%). Nessun fondo ha registrato perdite nel periodo considerato, ma non sono mancati i rendimenti deludenti. Si tratta di un comparto che ha registrato un livello di volatilità piuttosto elevata e alcuni fondi la perdita di valore registrata a marzo ha superato il 60%.

L’esposizione al comparto petrolifero ha fatto la differenza ed infatti tra i fondi migliori vi sono quelli focalizzati sulle materie prime e solamente uno che investe nelle risorse naturali complessive è stato “promosso” dalla nostra metodologia. Un buon numero di gestori è riuscito a performare bene durante il 2020 probabilmente grazie al contenimento dell’esposizione proprio nei confronti del petrolifero, che è risultato in difficoltà lo scorso anno.

E’ interessante notare come Blackrock proponga agli investitori due fondi diversi in questa categoria, uno sul comparto minerario e l’altro sulle risorse naturali complessive e non è un caso che sia stato proprio quest’ultimo ad avere un rating negativo secondo la nostra metodologia.

La pressione commissionale media è piuttosto elevata (2,11%) con alcuni fondi che addebitano oltre il 3% di spese correnti annue, quando l’ETF, fiscalmente inefficiente, addebita appena lo 0,4%.

Però agli investitori segnaliamo come sia disponibile in Europa VanEck Vectors Natural Resources quotato anche alla Borsa Italiana oppure, in alternativa, potrebbero optare per strumenti che si espongono sui singoli sottocomparti combinando a piacimento quelli sull’energy con quelli focalizzati su quello estrattivo come il VanEck Vectors Global Mining.

Stefano Sanna
stefano.sanna@norisk.it