La voce di NoRisk – Inflazione USA, Nvidia, Bitcoin, Trump e Stellantis

La voce di NoRisk – Inflazione USA, Nvidia, Bitcoin, Trump e Stellantis

La settimana passata ha visto dati sull’inflazione e sui prezzi alla produzione negli Stati Uniti che hanno fatto capire, ancora una volta, come il taglio dei tassi, almeno oltreoceano, possa aspettare.

L’indice dei prezzi al consumo (CPI) era visto crescere a Gennaio a livello annualizzato del 2,9% invece è uscito un dato peggiore al 3,1%; l’indice “core” (depurato da cibo ed energia) che è quello osservato attentamente dalla Fed è uscito al 3,9%. Ricordiamo che l’inflazione “desiderata” dalla Fed è il 2%.

Come si può osservare dal grafico che segue, dal 2020 post Covid in avanti, la velocità di crescita dell’inflazione è stata notevole.

Grafico dell'indice dei prezzi al consumo (CPI) negli Stati Uniti, che mostra una rapida crescita dell'inflazione dal 2020 in avanti

Come dicevamo, anche l’indice PPI “core” (prezzi alla produzione in US) è cresciuto a Gennaio, più delle attese, dello 0,5% aggiungendo pressione sulla Fed: tagliare i tassi o non tagliarli? Questo è il dilemma.

Vale la pena ricordare che l’economia americana, almeno per ora, appare robusta (anche se emergono forti preoccupazioni per le banche regionali molto esposte ai finanziamenti degli immobili commerciali), che le borse sono ai massimi e tutto questo avviene nonostante tassi ufficiali allo 5,25-5,50%.

Dei 6 tagli da 0,25% cad probabilmente ne avremo 3 e non prima dell’estate.

La settimana passata ha visto Nvida superare Alphabet (Google) come capitalizzazione di mercato e diventare la terza società al mondo dopo Microsoft ed Apple.

Come sapete, da qualche mese a questa parte, sono usciti negli Stati Uniti alcuni ETF sul Bitcoin che hanno avuto come risultato di aumentare i flussi in acquisto sulle cripto che, come potete vedere nel titolo del Sole 24 ore di qualche giorno fa, hanno raggiunto una capitalizzazione di 2.000 mld di Usd ( o 2 triliardi se preferite). Per dare un’idea solo Apple e Microsoft al mondo valgono più di 2 triliardi di dollari. Una cifra impressionante.

Titolo di giornale che discute il boom del Bitcoin, portando il valore totale delle criptovalute a 2 trilioni di dollari, con un commento sull'investimento in blockchain

Su Plus 24 di sabato scorso il nostro amministratore, Marcello Rubiu ha pubblicato uno speciale sugli strumenti per investire sulla blockchain (se interessati possiamo fare un approfondimento). La blockchain non è SOLO il bitcoin ma la tecnologia che viene utilizzata ANCHE dal Bitcoin, ma che si presta a molti altri usi. Il profilo di rischio-rendimento nell’investire direttamente nel bitcoin piuttosto che negli ETF sulla blockchain non è comparabile.

La questione NATO-Difesa

Come qualcuno di voi avrà avuto modo di leggere, Trump, il candidato repubblicano alle elezioni ha “invitato” la Russia ad attaccare i paesi Nato che pagano per la difesa meno del 2% del PIL previsto secondo gli accordi dell’alleanza atlantica.

Nulla di nuovo in realtà rispetto al passato: Trump sostiene che la protezione NATO scatti SOLO per quei paesi che rispettano gli accordi. Ora, moltissimi stati, hanno già aumentato le spese militari post guerra in Ucraina per la difesa e molti altri (tra cui l’Italia) hanno promesso di arrivare velocemente al 2% del PIL.

Ma che lo stato più importante nella difesa occidentale al mondo abbia un candidato alla presidenza che giochi con dichiarazioni del genere è quantomeno inopportuno. Non è War Games (i vecchietti come me se lo ricorderanno) ma vita reale.

Una cosa è certa, come purtroppo sosteniamo da tempo. Energia da un lato e difesa dall’altro, nell’attuale contesto geopolitico, sono trend duraturi e dove si investiranno sempre più soldi.

Qui di seguito il grafico della performance da Luglio 2023 dell’ ETF sulla difesa quotato in Europa (+32,3%). In Italia spicca il titolo Leonardo che ogni giorno registra nuovi massimi assoluti.

Grafico della performance di un ETF sulla difesa quotato in Europa da luglio 2023, con una crescita del +32,3% fino a febbraio 2024

Un titolo automotive che brilla

In Italia spesso si guarda alla Germania come benchmark per ogni cosa. Certamente l’industria automotive tedesca, sino all’avvento dell’elettrico, ha visto una forte leadership mondiale.

Invece, come abbiamo già fatto la scorsa settimana per le banche italiane, dobbiamo parlare positivamente di una società italo-francese-americana: Stellantis.

I numeri del 2023: ricavi su del 6% a 189,5 mld di euro, utile 18,6 mld di euro. Nel corso dell’anno scorso la società ha distribuito 6,6 mld di euro agli azionisti tra dividendi e buyback. Nel corso del 2024 le prospettive sono ancora favorevoli anche se il contesto è di difficile lettura.

Il grafico a 3 anni evidenza un total return sui mercati azionari (in euro) del 126% per Stellantis, del -6,23% per Volkswagen, del -13,61% per Tesla.

Grafico a 3 anni che confronta il total return sui mercati azionari (in euro) di Stellantis (+126%), Volkswagen (-6,23%), e Tesla (-13,61%)

Andrea Boffa
andrea.boffa@norisk.it