La voce di NORISK SCF – Petrolio e dollaro: settimana di tensioni e rimbalzi

Petrolio e dollaro: settimana di tensioni e rimbalzi

La voce di NORISK SCF – Petrolio e dollaro: settimana di tensioni e rimbalzi

La settimana passata non ha visto avvenimenti o situazioni di particolare interesse e i mercati sono sempre vicino ai massimi.

La Cina è stata chiusa per festività, ma l’indice di Hong Kong ha continuato normalmente le sessioni di trading e ha raggiunto nuovi massimi di periodo con un robusto + 34% circa dall’inizio dell’anno.

A livello geopolitico la situazione intorno ad Israele appare in peggioramento con l’allargamento del conflitto che oramai sta coinvolgendo sempre di più l’Iran e gli Hezbollah in Libano.

Stupisce il silenzio degli altri paesi arabi a guida sunnita (Arabia) e pare di poter dire che sotto traccia non “disapprovino” quello che sta facendo Israele.

L’America “approva” il comportamento di Israele o, ad ogni modo, lascia fare.

L’Europa a volte protesta, ma di fatto nessuno ha la forza o la volontà di fermare Israele. A parole tutti condannano le guerre e la terribile strage di civili, ma nei fatti chi può interrompere la spirale di violenza non fa nulla per fermare l’escalation.

La situazione Russia-Ucraina è sempre tesa ed è verosimile che anche questo conflitto, come quello in medio oriente, attendano di vedere l’esito delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti.

Sino ad allora “vale tutto”, dopo si vedrà come gli stati che contano intendano risolvere, una volta per tutte, le crisi in atto.

In una settimana dove la situazione Israele-Iran è peggiorata notevolmente il petrolio e il dollaro hanno dato segni precisi di risveglio.

Grafico petrolio WTI

Grafico del petrolio WTI che mostra un aumento significativo del prezzo, passando a 74.42 USD, con una crescita del 9% negli ultimi giorni

Il petrolio negli ultimi giorni è cresciuto del 9% circa e ha arrestato la sua discesa riportando sia il WTI che il Brent nel range 70-80 Usd dal precedente 60-70.

Si tratterà di vedere nelle prossime settimane se sia un semplice movimento di breve o l’inizio di una nuova impennata dei prezzi petroliferi.

Il prolungarsi delle tensioni e le prossime decisioni dell’OPEC + inevitabilmente potranno avere delle ripercussioni sul prezzo del barile.

Occorre infine ricordare che dovessero il petrolio e il gas nuovamente salire per un periodo considerevole potrebbero avere nuovi effetti negativi sull’inflazione (ora in rallentamento da mesi) e impedire alla Fed e alla Bce di tagliare i tassi come il mercato attende.

Vale la pena anche sottolineare che venerdì scorso sono usciti dei dati sul lavoro in US decisamente superiori alle aspettative dimostrando, ancora una volta, che oltre oceano non c’è nessuna “voglia” di recessione.

Tabella con i dati economici degli Stati Uniti che mostra un aumento dei posti di lavoro a 254k e un calo del tasso di disoccupazione al 4.1%

Questa tabella ci dice che le nuove buste paga sono in aumento da 142 K a 254 K. Il tasso di disoccupazione scende dal 4,2 al 4,1%.

A questi ottimi dati aggiungiamo la nuova forza del Dollaro contro Euro che ogni qual volta arriva verso 1,12 ritorna indietro rafforzandosi.

Grafico che mostra l'andamento del cambio EUR/USD nel 2024, evidenziando la forza del dollaro rispetto all'euro, con il valore attuale intorno a 1.0968

Operativamente l’Eurusd continua a muoversi in un range stretto tra 1,06 e 1,12 da parecchi mesi.

In questa fase dove l’economia americana pare molto più robusta di quella UE e anche considerate le tensioni geopolitiche scommettere contro dollaro non paga. Ma tutto evolve molto velocemente e sempre più occorre avere un approccio elastico al mondo degli investimenti. La Cina in due settimane ci ha fatto capire quanto il mercato sia sempre più estremo ed imprevedibile.

 

Andrea Boffa
andrea.boffa@norisk.it