La voce di NORISK SCF – Settimana cruciale per i mercati: trimestrali Tech e elezioni USA

La voce di NORISK SCF – Settimana cruciale per i mercati: trimestrali Tech e elezioni USA

La settimana entrante precede le elezioni americane del 5 Novembre e in questi giorni usciranno le trimestrali più attese: Microsoft, Amazon, Apple, Meta (Facebook), Alphabet (Google).

È probabile che nei prossimi 10-15 giorni tra incertezza post elettorale, risultati societari di rilievo, dati macro importanti e la FED non mancheranno episodi di volatilità sui mercati.

Chiunque vinca le elezioni si troverà, tra le altre cose, a dover gestire un debito pubblico enorme che cresce esponenzialmente e un “aiutino sui tassi” sarà sicuramente gradito da parte della banca centrale. La FED deve tagliare!

Come si vede dal grafico il peso degli interessi è cresciuto ad un ritmo vertiginoso dopo il Covid e in nessuno dei programmi dei 2 candidati c’è un accenno alla riduzione del deficit. Va bene che hanno il dollaro come valuta di riserva mondiale, ma non c’è da stupirsi se il rischio treasury non sia più irrilevante e i grandi investitori comprino l’oro.

La forza americana in questo momento è ancora la forte occupazione e le borse che sono vicino ai massimi o ai massimi creando l’effetto ricchezza nelle famiglie.

Come si vede dal grafico il tasso di disoccupazione è storicamente molto basso e ogni qual volta è arrivata una recessione è salito drasticamente.

Scrivevamo dell’oro come “alternativa” al crescente debito pubblico americano.

Come si vede dall’andamento total return in Euro a 10 anni sia il lingotto sia le società aurifere si sono comportati egregiamente:+9,46% all’anno il primo, +8,75% all’anno le seconde.

Investire direttamente sull’oro ha reso leggermente di più, ma soprattutto è stato molto meno volatile, mentre le società hanno sempre un comportamento più altalenante.

In settimana in US abbiamo avuto la trimestrale di Tesla che dopo qualche trimestre incerto ha presentato ottimi risultati: il fatturato e gli utili sono entrambi in crescita rispetto al Q3 2023.

Le valutazioni della società sono sempre elevate e con la sua capitalizzazione attuale vale di più di tutto il mondo automotive, post risultati il titolo è salito di più del 20% in una sola seduta.

In un mondo dell’auto, disastrato per mille ragioni, Tesla gioca una partita a parte.

In Europa è stata invece la trimestrale di Hermes, società del lusso, a tenere banco: a differenza di Lvmh e Kering, le storiche rivali, ha battuto le stime con ricavi in crescita dell’11%. C’è anche da dire che, a differenza degli altri brand, Hermes opera nel lusso “inaccessibile” sia per i prezzi sia per la domanda superiore all’offerta. In questo Hermes è simile a Ferrari: si produce meno di quello che il mercato vorrebbe.

Di seguito i dati di Hermes con fatturato ed utili degli ultimi 5 anni.

Qui invece la performance total return di Hermes Vs Kering e Vs LVMH

Oggi vorrei concludere con un grafico a 10 anni che compara la volatilità dell’indice americano S&P 500 con quella dei treasury US: la linea blu sono le azioni, quella bianca i bond.

Come si può vedere negli anni prima del Covid la volatilità azionaria è sempre stata superiore (come logicamente dovrebbe essere), ma dalla fine del 2021 in avanti sono le obbligazioni a contribuire maggiormente alla volatilità di un PF: questo è intuitivo visto che passando da tassi molto bassi a più del 5% in pochi mesi ha contribuito alla più grande distruzione di valore dell’asset class bond che la storia ricordi.

La lezione finale è che non esistono asset sicuri a meno che uno voglia mettere i soldi solo nei titoli di stato a 3 mesi, ma esistono budget di rischio: a ciascuno il proprio.

È vero che qualcuno potrebbe dire: compro un bond a 100, scende a 70 e lo porto a scadenza ottenendo di nuovo 100. Ma quanto mi costa quest’operazione? Se il titolo scade dopo qualche mese o pochi anni non è un problema, ma se resto bloccato per 15 anni o più non è certamente un grande affare. Il denaro è sempre un costo opportunità: avere fondi bloccati per non incorrere in minusvalenze non è una soluzione ottimale.

I bond, esattamente come le azioni, vanno comprati quando offrono dei rendimenti attesi sensati, altrimenti è meglio stare fuori da questa asset class o limitare i danni evitando le scadenze lunghe se non offrono un adeguato premio per il rischio.

admin@norisk.it
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