La voce di NORISK SCF – Trump, Biden, Taiwan e caos nei mercati dei chip

Articolo che analizza l'andamenti dei mercati dei microchip tra America e Taiwan

La voce di NORISK SCF – Trump, Biden, Taiwan e caos nei mercati dei chip

Possiamo dire senza ombra di dubbio che gli ultimi giorni non siano stati noiosi.

Siamo passati dall’attentato a Trump al ritiro dalla candidatura di Biden con la richiesta di sostenere la sua vice Kamala Harris. Forse, parere strettamente personale, non si doveva arrivare a questo punto, ma come capita spesso gli esseri umani non hanno il senso del limite e per tante categorie non “esiste” la possibilità di lasciare. Dobbiamo arrivare a mettere una legge che sopra una certa età non ci si possa candidare per ruoli così importanti? Vi pare normale che la più grande democrazia al mondo non abbia nulla di meglio e di più “giovanile” di Trump o Biden?

Probabilmente, però, la vera notizia della settimana è stata la paralisi di mezzo mondo a causa di un aggiornamento informatico per Windows della società di cybersicurezza CrowdStrike che è stato fatale per milioni di PC nel mondo: aeroporti bloccati, pagamenti impossibili, contrattazione sui mercati finanziari a singhiozzo. Questo è quello che capita (e per fortuna è la prima volta) ad avere tutto sui vari cloud e dove, sostanzialmente, la nostra vita è nelle mani di poche società US.

Amazon, Microsoft e Google sono le tre società principali che “possiedono” sulle loro reti tutti i nostri dati: forse, per i non addetti ai lavori, il nome Amazon potrà stupire, ma occorre sapere che i soldi “veri” li fa con il cloud (Amazon web services) piuttosto che con la piattaforma di logistica eCommerce.

Il blocco della settimana scorsa è stato tanto più intenso quanto più i vari paesi e le aziende “delocalizzano” sul cloud i loro dati. In Italia che siamo meno tecnologici, ad esempio, e dove molte reti sono ancora “sotto controllo” in locale si sono avuti meno disservizi.

Negli Stati Uniti e in GB, paesi tecnologici per eccellenza, i disservizi sono stati maggiori.

grafico che mostra l'andamento della società di cybersicurezza CrowdStrike

Il grafico che precede è l’andamento della società di cybersicurezza CrowdStrike: come si può facilmente intuire, dopo il crash generalizzato, il titolo è stato fortemente venduto.

Alla pressione sul settore della cybersicurezza si aggiunge quella dei semiconduttori dopo i risultati di ASML (positivi ad ogni modo, ma il mercato non ha gradito le prospettive dei trimestri successivi) e le dichiarazioni di Trump su Taiwan dove sostanzialmente ha detto che non ci sono ragioni per le quali gli Stati Uniti debbano proteggere Taiwan da un’eventuale aggressione cinese.

Peccato che, a Taiwan, ci sia la prima azienda al mondo di chip, la TSMC che produce per tutti i grandi nomi della tecnologia e che, ad oggi, non ci sia un piano B o un produttore che la possa sostituire.

Stiamo replicando il modello Apple che produce tutto o quasi in Cina e che da mesi ha pianificato di spostare le nuove produzioni in India?

Sui semiconduttori il discorso è più lungo e anche se, soprattutto negli Stati Uniti con “America first” si cerca di riportare a casa molte produzioni non è pensabile di aprire fabbriche che possano nel breve o medio sostituire Taiwan.

La globalizzazione costruita in tanti anni non è “cancellabile” con un colpo di bacchetta magica e i vari politici se ne dovranno fare una ragione: una guerra dei chip sarebbe molto più grave, oggi, di una per il petrolio o il gas visto che US hanno raggiunto l’indipendenza energetica e sono esportatori netti.

Per completare questo discorso sui semiconduttori e sulla tecnologia in genere occorre ricordare che hanno valutazioni elevate e che, grazie ai tassi visti in discesa nei prossimi mesi, sta avvenendo una forte rotazione settoriale verso le small caps rappresentate dall’indice Russel 2000.

Grafico dell’indice dei semiconduttori- SOXX US

Grafico dell'indice dei semiconduttori SOXX US

Grafico del SOXX US vs Nvidia, ASML, TSMC- ultima settimana

Grafico comparativo delle performance settimanali di SOXX US, Nvidia, ASML e TSMC

Chiudiamo l’analisi con due grafici, uno degli indici tech vs Russel 2000 e l’altro Russell 2000 vs rendimento treasury a 2 anni.

Grafico comparativo dell'indice tech e Russell 2000 rispetto al rendimento dei treasury a 2 anni

Dal grafico total return dell’ultimo mese si vede netta la rotazione a favore delle small caps e l’alleggerimento dei semis e del Nasdaq 100.

Grafico della correlazione inversa tra l'indice Russell 2000 e i tassi a 2 anni

Questo ultimo grafico mostra la correlazione inversa con i tassi a 2 anni: come i tassi sono scesi dal 5% al 4,5% nelle ultime settimane circa sul 2 anni abbiamo visto una crescita dell’indice Russell 2000 (linea bianca).

Andrea Boffa
andrea.boffa@norisk.it